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Rinoplastica Secondaria: Irregolarità ed Errori

rinoplastica secondaria
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Luglio 11, 2021
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Luglio 11, 2021
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In Italia, alcune ricerche nell’ambito della chirurgia estetica hanno evidenziato il ricorso a più di 25.000 interventi correttivi, i quali, non sempre, hanno permesso di raggiungere risultati apprezzabili.

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La rinoplastica secondaria è l’operazione atta a correggere le criticità insorte o gli errori che non hanno permesso – durante il primo intervento – di ottenere gli obiettivi sperati.

Quando e perché ricorrere alla rinoplastica secondaria

Nel corso del tempo, si sono effettuate diverse indagini statistiche mirate a comprendere non solo le tipologie di scelte estetiche effettuate dagli italiani, ma le motivazioni che spingono ad optare all’intervento chirurgico per eccellenza: la rinoplastica. Un naso alla francese piuttosto che un naso piccolo, queste sono le richieste maggiori.

Il naso, sin dalle origini, è considerato l’elemento predominante del viso. In passato gli sono state attribuite caratteristiche determinanti la fisicità di una persona e peculiarità personali specifiche.

Inoltre, il naso, a seconda della propria conformazione come può essere un naso aquilino, era segnale di un preciso destino, sia lavorativo che politico.

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Oltre a quanto già detto, si rammenta la posizione centrale che occupa nel viso: a fronte di questa, difatti, il minimo inestetismo è di immediata percettibilità. Ne consegue – quasi spontaneamente – la scelta di ricorrere all’operazione chirurgica per correggere il difetto.

E ancora: il naso è coadiuvante nella respirazione, va da sé che per le difficoltà dovute – per esempio – alla deviazione del setto nasale, limitanti una corretta funzionalità, venga optata l’alternativa concessa dalla settoplastica (il tipo specifico di rinoplastica per quella data situazione).

Come accennato nell’introduzione, per una serie di fattori – errori di valutazione o d’intervento, problematicità sopraggiunte, specie quelle inerenti la cicatrizzazione – è necessario ricorrere ad un nuovo intervento di chirurgia estetica: la rinoplastica secondaria.

 In cosa consiste il secondo intervento?

Come è ovvio pensare, poiché si tratta di intervenire laddove una prima operazione è già stata effettuata, la procedura acquisisce una dimensione complessa.

In effetti, si deve agire su una zona che, in passato, ha subito un procedimento a livello di infiammazione e che nell’arco del tempo può essersi consolidata oppure no.

Tale procedura non vincolante alla tipologia di naso se un naso greco o qualsiasi altro tipo, detta secondaria, può essere eseguita a motivo di una esagerata resezione della cartilagine, per la quale – appunto – si ritiene necessario impiantare nuovo tessuto nella parte esterna del naso.

Si evince il grado di difficoltà dell’intervento in base anche a quanto costa una rinoplastica secondaria che viene eseguito dopo almeno 8 mesi dalla prima operazione al naso e per il quale occorrono 3 o 4 ore di tempo.

L’iter da seguire, ovviamente, prevede una fase iniziale importante.

Si analizza la complessità della situazione, andando a studiarne gli step da compiere, per poi intervenire, con estrema precisione, sull’errore o criticità presenti, considerando che l’operazione verrà compiuta su una struttura nasale non perfetta.

In sostanza: si tratta di un’operazione ricostruttiva avente come traguardo la modifica del risultato precedente – ottenuto tramite la prima rinoplastica – che non ha riscosso pareri positivi.

A volte, e neppure poche, i soggetti scelgono di ricorrere alla seconda rinoplastica perché le nuove tendenze prevedono una categoria di naso del tutto diversa da quella acquisita. Oppure per un motivo legato all’età anagrafica che, a causa del suo prosieguo, pretende un naso più adeguato.

I 3 difetti che richiedono una seconda revisione

Solitamente, gli inestetismi che necessitano di una seconda operazione sono:

  1. Difetti del setto nasale: può succedere che il setto nasale presenti una deviazione anche dopo il primo intervento chirurgico, questo a causa di una non corretta valutazione osteo-cartilaginea.
  2. Difetti della punta nasale: durante la prima operazione, a differenza del dorso nasale e della radice che hanno conseguito un miglioramento, la punta del naso rimane larga.
  3. Difetti del dorso nasale: causati da una esagerata escissione delle cartilagini triangolari, fautrici nella modifica della larghezza del dorso nasale (la classica imperfezione denominata a V invertita):

Quali risultati si ottengono? 1 consiglio, 1 metodo di analisi

Inutile affermare che, a seconda della situazione che ogni soggetto presenta – differente da persona a persona – il risultato finale varia.

In generale, la rinoplastica secondaria può riuscire nell’intento: correggere il risultato non soddisfacente del primo intervento e ridare soddisfazione al soggetto che ha scelto di avvalersi della procedura una seconda volta.

Non c’è niente di più bello, infatti, che alzare lo sguardo ed essere lieti per quello che si scorge: nessun difetto in mezzo al viso, ma un’immagine che riflette armonia ed equilibrio. Non è detto che per forza l’intervento sia l’unica strada ci sono delle forme come il naso a patata che spesso sono perfette per il volto che le ospita.

Poiché, come più volte detto, la rinoplastica secondaria non è un’operazione semplice, diviene fondamentale la ricerca atta a reperire un professionista con pregressa esperienza in questo settore.

Difatti sono tanti i tipi di naso, non c’è da stupirsi se alcuni chirurghi estetici non hanno praticità o conoscenza approfondita verso tipologie di questo genere.

Il consiglio: effettuare una ricerca accurata, consultando o chiedendo informazioni a vari studi chirurgici estetici, oppure rivolgersi al proprio medico di base per avere suggerimenti e nominativi.

Un secondo intervento, per funzionare, deve prevedere molti fattori, quelli che, probabilmente, non erano stati analizzati nella prima operazione.

Un chirurgo, di comprovata esperienza, sottoporrà il soggetto a specifici e adeguati esami, onde escludere aggravanti e finalizzare l’obiettivo.

Valuterà: la struttura nasale e l’area esterna, i risultati raggiungibili, l’esito del primo procedimento, le criticità sopraggiunte e le necessità esplicate dal soggetto stesso, sia estetiche che funzionali.

A tale proposito, si evidenzia un metodo di analisi utilizzato dai chirurghi più formati: la simulazione al computer.

Grazie a software dedicati è possibile far visualizzare al soggetto, che necessita di una seconda operazione chirurgica, l’immagine dell’effetto che recepirà il naso dopo l’intervento, garantendo al soggetto stesso che la riproduzione visiva trasmessa coinciderà con il risultato finale.

Questo metodo permette di capire, ancor prima di agire, se il modello illustrato può corrispondere a quello desiderato, organizzando – se necessario – una modifica equilibrata del naso con gli altri elementi del viso.

È evidente che, con questa procedura preventiva di analisi, aumentano le possibilità di riuscita dell’intervento, escludendo un’ennesima rinoplastica.

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Tempi d’intervento e rischi

Chi sceglie di sottoporsi all’intervento secondario ottiene risultati immediati. Infatti, la procedura – come avviene per la primaria – prevede tempi limitati alla sola convalescenza, al termine della quale, scompaiono il gonfiore e i lividi, mostrando risultati evidenti.

Questo tipo di operazione, poiché riguarda una procedura di rimodellamento – lo sottolineiamo – non offre esiti che vanno a migliorare nel corso dei giorni, ma in un’unica volta, modifica la zona desiderata.

Come accennato precedentemente, il secondo intervento di rinoplastica, poiché va ad operare laddove si è compiuta una precedente azione, comporta dei rischi.

Questi, seppure evidenti, possono essere ridotti se non azzerati, da un’attenta analisi preliminare.

Un chirurgo professionista è capace di prevedere tutte le possibilità del caso e garantire risultati ottimali solo se realmente fattibili.

Conclusioni importanti

Al termine dell’articolo, è doveroso riportare la filosofia che segue il secondo intervento di rinoplastica:

  • Compiere un’adeguata analisi del naso in riferimento alle proporzioni del viso.
  • Attenta valutazione degli errori e delle cause che li hanno resi presenti.
  • Organizzazione preparatoria efficace, comprendente il metodo con cui eseguire l’intervento.
  • Utilizzo di innesti cartilaginei autologi (prelevati direttamente dal soggetto stesso).
  • Programmare l’intervento solo dopo almeno 8 mesi dal primo.

Avvalersi di specialisti che facciano propria la filosofia sopra esposta, è la soluzione ideale per evitare future riprese.

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Scritto Da MigliorChirurgo

Questo articolo è offerto dalla redazione di MigliorChirurgo.
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